Il testo del campo ACR di quest’anno si intitola: “Notizia eccezionale – con Giona dalla fuga al coraggio”
Per informazioni ed ordinazioni contattare la segreteria 0422.576878 oppure invia una mail segreteria@actreviso.it
Qui di seguito la presentazione e la sintesi: PRESENTAZIONE
La proposta per l’estate 2021 ha come obiettivo primario quello di favorire l’incontro dei bambini e dei ragazzi con la parola di Dio. Concentrata su dimensioni quali l’ascolto, la condivisione, la fraternità, il servizio, il gioco e la preghiera, questa esperienza diventa un’occasione preziosa per arricchire con maggiore forza e intensità la vita ordinaria all’interno dei vari gruppi.
Promuovere l’incontro dei piccoli con la Scrittura è una sfida da accogliere e una scommessa da osare. È sempre una grazia sperimentare come la Parola sia capace di rivolgersi a ogni età, facendosi “piccola con i piccoli”. I bambini e i ragazzi, a loro volta, sanno rispondere con semplicità alla domanda di Dio e porsi all’altezza del sogno e della missione che Egli ha pensato per ciascuno di loro.
Consapevoli che Dio parla al cuore dei piccoli con parole e modi sempre nuovi, gli educatori accompagnano i bambini e i ragazzi all’incontro che trasforma, e sono chiamati a “diminuire” perché essi crescano, riconoscendo in Gesù il Signore della vita.
Ecco allora che questa proposta offre un tempo privilegiato da dedicare alla scoperta e al confronto con la Scrittura: un tempo lungo, disteso, senza distrazioni, senza la frenesia e il susseguirsi degli impegni settimanali che a volte affollano le agende di grandi e piccoli. È un tempo in cui Dio stesso sussurra a ciascun bambino e ragazzo: “Sto con te, sto dalla tua parte perché sono tuo amico”.
Il Tempo Estate Eccezionale, arricchisce e completa il cammino di fede proposto dall’Azione cattolica ai bambini e ai ragazzi dai 3 ai 14 anni, e segna il tempo favorevole per riscoprire e maturare l’atteggiamento della condivisione.
Quale occasione migliore del tempo estivo per fare sintesi del percorso annuale e condividere la gioia di quanto ricevuto e sperimentato? «Servire e dare la propria vita» diventa, al termine del cammino annuale, per ciascun ragazzo, l’impegno possibile che il buon Dio suggerisce a ciascuno per una vita originale, per non essere fotocopia usando le parole del beato Carlo Acutis. Dio è proprio un Padre per ciascun ragazzo perché Gli sta a cuore che ciascuno abbia una vita piena e felice: è questa la notizia da seguire per aprirsi alla condivisione in quanto fratelli tutti.
Dopo aver messo al centro della riflessione, lo scorso anno, le città del Vangelo, i luoghi che hanno fatto da sfondo alla vicenda di Gesù e hanno costruito, tappa dopo tappa, il sogno del Vangelo, cioè una comunità universale fondata sul carisma della carità, quest’anno la proposta estiva si concentra su una figura biblica nella quale i piccoli possono immedesimarsi, rileggendo la propria vita alla luce della Parola.
Il testimone che accompagna i ragazzi in questo Tempo Estate Eccezionale è Giona, un profeta che inizialmente si oppone alla missione affidatagli da Dio.
Il libro di Giona è un racconto didattico, è una parabola: la vicenda del profeta, infatti, è la storia del popolo di Israele. Il libro è pervaso da un tono ironico e si conclude con una domanda. Essa fa emergere l’universalità dell’amore e della misericordia di Dio. Diventa, così, chiaro che la Parola di Dio non condanna e non mira tanto alla punizione, quanto alla conversione.
Nell’anno della sequela i ragazzi sono proprio chiamati alla conversione al Vangelo della vita, attraverso scelte concrete da attuare nella vita quotidiana. IL PERCORSO PRIMO GIORNO
Il libro di Giona è una parabola. Protagonista è un profeta ebreo, figlio di Amittai. Il suo nome significa “colomba” e come tale egli è pronto ad annunciare la pace e la misericordia di Dio al suo popolo. Ma, quando il Signore lo chiama ad andare a Ninive, città pagana, simbolo del male per eccellenza, lui fugge nella direzione opposta. Trova una nave in partenza per Tarsis e si imbarca.
Attraverso la vicenda umana di Giona, il ragazzo riconosce la chiamata di Dio a mettersi in cammino e la paura di non sentirsi all’altezza di questa missione. SECONDO GIORNO
Nel bel mezzo della navigazione, scoppia una furiosa tempesta. La nave, sbattuta dalle onde, rischia di colare a picco in fondo al mare. Mentre tutto l’equipaggio è preso dalla paura, Giona dorme tranquillo nella stiva, l’angolo più nascosto e pro
fondo dell’imbarcazione.
Il ragazzo scopre che chiudere gli occhi dinanzi alle difficoltà non aiuta a placare le tempeste della vita. Il Signore ci scuote per liberarci dai nostri affanni e ci richiama a rimetterci in cammino. TERZO GIORNO
A svegliare Giona dal suo profondo sonno sono i marinai che, con una raffica di domande, lo inducono a fare memoria delle sue radici e ad aprire il cuore con sincerità.
Consapevole di aver disobbedito al comando del Signore e di aver scatenato la tempesta, chiede di offrirsi in sacrificio e di farsi gettare in mare per salvare l’equipaggio.
Sull’esempio di Giona, il ragazzo riconosce che, in virtù del battesimo, Dio ci chiama a vivere responsabilmente la Sua missione. QUARTO GIORNO
Dio non vuole la morte di Giona: ecco perché comanda a un grosso pesce di inghiottirlo per salvarlo dall’annegamento. Proprio nella pancia della balena, travolto dalla paura, il profeta invoca il Signore per confessargli la sua disubbidienza e rivolgergli la sua preghiera di Lode, unica via per risalire dal profondo degli abissi.
Come Giona che da profeta ribelle si mostra riconoscente agli occhi di Dio per il dono dell’amore e della misericordia, anche il ragazzo ringrazia il Signore per le grandi opere che ha compiuto nella sua vita. QUINTO GIORNO
Il Signore offre a Giona una seconda possibilità per realizzare la sua missione: andare a Ninive per annunciare la Sua parola. Ora che ha conosciuto la salvezza di Dio, il profeta non gli volta più le spalle, ma ascolta e obbedisce. Ed è proprio nella città pagana che Giona compie cose straordinarie: all’ascolto della parola profetica, gli abitanti di Ninive si pentono e si convertono, meritando il perdono del Signore.
Facendo esperienza della misericordia di Dio, che rigenera e permette di ricominciare, anche il ragazzo è pronto a rimettersi in cammino guidato dalla Parola. SESTO GIORNO
La conversione degli abitanti di Ninive e l’atteggiamento misericordioso di Dio nei loro confronti mettono in crisi le certezze di Giona. Invece di rallegrarsi per la salvezza della città, il profeta appare deluso e indispettito: il Signore lo aveva chiamato ad annunciare una distruzione, ma si era poi rivelato pietoso e benevolo verso quel popolo di violenti e malvagi. Proprio quando la rabbia sembra accecare Giona, al punto da fargli preferire la morte alla vita, Dio lo richiama con dolcezza e lo invita ad ascoltare.
L’amore del Signore ci spiazza: il ragazzo impara a condividere l’esperienza di gioia e di dolore con chi cammina accanto a sé. SETTIMO GIORNO
Giona esce dalla città di Ninive e resta in attesa, sperando ancora che avvenga la distruzione annunciata. Allora il Signore, con l’amore di un padre, continua a prendersi cura del profeta: durante la notte, fa crescere una pianta di ricino sul suo rifugio per proteggerlo dal sole. Poi, però, frena la gioia e l’entusiasmo, mandando un verme a rodere la pianta, facendola seccare, assieme ad un caldo vento orientale. Quello che era un semplice capriccio, ora è diventato un dolore profondo. Se Giona soffre per aver perso qualcosa che gli è stato donato, come potrebbe Dio non avere pietà di una grande città che lui stesso ha creato?
Nell’interrogativo finale, che chiude tutta la parabola del profeta, è racchiuso il vero significato della missione a cui ogni ragazzo è chiamato: tornare a casa e vivere la sequela nella propria quotidianità, abitando il mondo con lo sguardo di Dio.