In compagnia di don Claudio Girardi /3

Sarà don Claudio Girardi ad accompagnarci nel tempo della prossima quaresima, nell’approfondimento della riflessione e preghiera quotidiana e personale proposto nel sussidio preparato dall’ AC per Adulti e giovani.
Infatti, “Oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5), ci potrà aiutare ad incontrare Gesù nel luogo più intimo della nostra esistenza per poterci accorgere che Gesù “ha questa dote innata, questa capacità assoluta di rovesciare le situazioni”, come ci ricordava convinto don Claudio Girardi. Sarà don Claudio infatti, sacerdote diocesano, assistente dell’ACR, che, alla sua morte, avvenuta il 28 settembre del 2009, ci ha lasciato un’eredità spirituale di estrema intensità, ad accompagnarci nella preghiera dei testi della liturgia quotidiana con alcune sue riflessioni tratte dai due libri “Con gli Occhi Fissi su Gesù” e “Infinita fiducia” pubblicati postumi raccogliendo le riflessioni affidate al suo diario e i testi delle sue omelie.
E’ stata una scelta naturale, che abbiamo avvertito opportuna non solo per ricordare questo giovane “mistico” a 10 anni dalla sua nascita in cielo, ma soprattutto per i suoi numerosi riferimenti alla conversione cioè al “cambiare il proprio sguardo sul mondo, sugli altri, su noi stessi, a partire da una relazione”; per le convinzioni apparentemente un po’ scontate che aprono i sui approfondimenti: “A pregare si impara”, “Preghiera per me significa fedeltà”, “Nella conversione che la fede ci rende possibile, noi troviamo Lui, il nostro futuro, la nostra speranza”.
Sentiamo vere anche per noi le parole di don Claudio: “Per noi la Pasqua è incomprensibile. Non ne sappiamo nulla. Ci sfugge”. Sicuramente i pensieri di don Claudio aiuteranno molti ad orientare lo” sguardo su un Dio che è affidabile al di là della mia affidabilità”, perché “la sua passione accarezzi l’anima”. Con lui quindi ci sarà possibile avvicinarci al mistero della morte e resurrezione di Cristo.
Allora, con l’amore, anche il dolore serve a qualcosa. L’amore accolto, prima ancora che l’amore donato. Che meraviglia restare lì, con l’unica occupazione di essere amati. Restare lì a sentirmi dire: “Tu sei l’Amato”. Con l’unico pensiero che l’amore mi possa amare. Tutto il resto verrà di conseguenza.”.
Gli scritti di don Claudio ci possono accompagnare in una sorta di “pellegrinaggio di cui non si vede la meta” e per questo agevolare l’assunzione di una prospettiva di speranza, nella certezza cristiana che il Risorto sa “che nel mio cuore c’è il desiderio di gioia per sempre”.