“Un abbraccio che si allarga all’umanità”
Cari amici e amiche dell’Azione Cattolica, buongiorno e benvenuti!
Grazie per la vostra presenza. Vi saluto con affetto, in particolare il Presidente nazionale e l’Assistente generale. Poco fa, passando in mezzo a voi, ho incrociato sguardi pieni di gioia e di speranza. Grazie per questo abbraccio così intenso e bello, che da qui vuole allargarsi a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre.
Il titolo che avete scelto per il vostro incontro è infatti “A braccia aperte”. L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso (cfr Lc 15,1-3.11-32). Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci? Perciò vorrei proporvi, come spunti di riflessione, tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita.
Primo: l’abbraccio che manca. Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo: a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto. Sì, all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo! Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita.
Il che ci porta al secondo passaggio: l’abbraccio che salva. Già umanamente abbracciarsi significa esprimere valori positivi e fondamentali come l’affetto, la stima, la fiducia, l’incoraggiamento, la riconciliazione. Ma diventa ancora più vitale quando lo si vive nella dimensione della fede. Al centro della nostra esistenza, infatti, c’è proprio l’abbraccio misericordioso di Dio che salva, del Padre buono che si è rivelato in Gesù, e il cui volto è riflesso in ogni suo gesto – di perdono, di guarigione, di liberazione, di servizio (cfr Gv 13,1-15) – e il cui svelarsi raggiunge il suo culmine nell’Eucaristia e sulla Croce, quando Cristo offre la sua vita per la salvezza del mondo, per il bene di chiunque lo accolga con cuore sincero, perdonando anche ai suoi crocifissori (cfr Lc 23,34). E tutto questo ci è mostrato perché anche noi impariamo a fare lo stesso. Perciò, non perdiamo mai di vista l’abbraccio del Padre che salva, paradigma della vita e cuore del Vangelo, modello di radicalità dell’amore, che si nutre e si ispira al dono gratuito e sempre sovrabbondante di Dio (cfr Mt 5,44-48). Lasciamoci abbracciare da Lui, come bambini (cfr Mt 18,2-3; Mc 10,13-16), ognuno di noi ha qualcosa nel cuore di bambino, per poter abbracciare i fratelli e le sorelle con la stessa carità.
E così arriviamo all’ultimo passo: l’abbraccio che cambia la vita. Sono molti i santi nella cui esistenza un abbraccio ha segnato una svolta decisiva, come San Francesco, che lasciò tutto per seguire il Signore dopo aver stretto a sé un lebbroso, come lui stesso ricorda nel suo testamento (cfr FF 110, 1407-1408). E se questo è stato valido per loro, lo è anche per noi. Ad esempio per la vostra vita associativa, che è multiforme e trova il denominatore comune proprio nell’abbraccio della carità (cfr Col 3,14; Rm 13,10), unico contrassegno essenziale dei discepoli di Cristo (cfr Lumen gentium, 42), regola, forma e fine di ogni mezzo di santificazione e di apostolato. Lasciate che sia essa a plasmare ogni vostro sforzo e servizio, perché possiate vivere fedeli alla vostra vocazione e alla vostra storia (cfr Discorso all’Azione Cattolica, 30 aprile 2017).
Amici, voi sarete tanto più presenza di Cristo quanto più saprete stringere a voi e sorreggere ogni fratello bisognoso con braccia misericordiose e compassionevoli, da laici impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione, formati e competenti in ciò che riguarda le vostre responsabilità, e al tempo stesso umili e ferventi nella vita dello spirito. Così potrete porre segni concreti di cambiamento secondo il Vangelo a livello sociale, culturale, politico ed economico nei contesti in cui operate.
Allora la “cultura dell’abbraccio”, attraverso i vostri cammini personali e comunitari, crescerà nella Chiesa e nella società, rinnovando le relazioni familiari ed educative, i processi di riconciliazione e di giustizia, gli sforzi di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace (cfr Discorso al Consiglio Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, 30 aprile 2021).
E in proposito vorrei aggiungere un ultimo pensiero. Vedervi qui tutti insieme – ragazzi, famiglie, uomini e donne, studenti, lavoratori, giovani, adulti e “adultissimi” (come chiamate quelli della mia generazione) – mi fa venire in mente il Sinodo. E penso al Sinodo in corso, che giunge alla sua terza tappa, la più impegnativa e importante, quella profetica. Ora si tratta di tradurre il lavoro delle fasi precedenti in scelte che diano slancio e vita nuova alla missione della Chiesa nel nostro tempo. ma la cosa più importante di questo Sinodo è la sinodalità. Per questo c’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di “pellegrini di speranza”, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi. Vi invito dunque ad essere “atleti e portabandiera di sinodalità” (cfr ibid.), nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fino ad oggi compiuto.
Nei mesi scorsi avete vissuto, nelle vostre comunità, momenti di intensa esperienza associativa, con il rinnovo dei responsabili a livello diocesano e parrocchiale, e questa sera inizierà la XVIII Assemblea nazionale. Vi auguro di vivere anche queste esperienze non come adempimenti formali, ma come momenti di comunione e corresponsabilità ecclesiale, in cui contagiarsi a vicenda con abbracci di affetto e di stima fraterna (cfr Rm 12,10).
Carissimi, grazie per quello che siete e per quello che fate! La Madonna vi accompagni sempre. Prego per voi e vi benedico. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me.
L’incontro nazionale A Braccia Aperte sarà trasmesso in diretta su Rai alle ore 9.30.
A braccia aperte è l’invito che l’Azione cattolica rivolge a soci e amici in occasione dell’Incontro nazionale con papa Francesco che si terrà il 25 aprile 2024 in Piazza San Pietro. Oltre 50.000 persone, provenienti da tutte le diocesi d’Italia si riuniranno per ascoltare la parola del Santo Padre, pregare e fare festa. Persone di ogni fascia di età dagli studenti, agli adulti, ai bambini, con storie e percorsi diversi, uniti nella partecipazione alla costruzione del futuro del Paese. Una giornata di dialogo in seno alla Chiesa ma aperta alla partecipazione di tutti coloro che vorranno esserci per fare un’esperienza viva di Chiesa sinodale, in un giorno caro all’Ac e a tutti gli italiani. È, soprattutto, il modo dell’Azione cattolica italiana di vivere il suo impegno per l’oggi e per costruire il mondo di domani, avendo a cuore la pace e la cura della casa comune.
Le parole di Notarstefano e mons. Giuliodori
Alla Conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana Giuseppe Notarstefano e l’Assistente ecclesiastico generale dell’associazione mons. Claudio Giuliodori.
” Abbiamo voluto vivere questo incontro nella dimensione ordinaria, in un tempo in cui la questione della democrazia e delle sue sfide è sotto gli occhi di tutti – ha ricordato il presidente Notarstefano – Lo viviamo come un’espressione di vita democratica che coinvolge soprattutto i ragazzi. Ricordo che i nostri responsabili sono frutto di un percorso di elezione democratica che vedrà il suo culmine nell’elezione dei nuovi organi durante l’Assemblea generale che seguirà l’incontro con il Papa. In questo tempo complicato e difficile per l’intera vita della Chiesa, noi guadiamo con grande fiducia all’impegno che tutti noi di Ac possiamo porre verso la comunità. Siamo molto preoccupati per la guerra, alla quale ci stiamo forse rassegnando. Noi di Ac vogliamo ribadire che la pace deve essere il nostro obiettivo e che occorre tessere quell’artigianato di pace di cui parla papa Francesco” .
“Questo evento è frutto di una consuetudine che lega l’Ac ai pontefici. – sono state le parole di Mons. Giuliodori – Con papa Francesco la tradizione di legame con la Santa Sede si è consolidato attraverso tanti incontri; l’incontro per i 150 anni dell’Azione Cattolica. Siamo in attesa delle parole del Papa perché sono sempre parole che stimolano e provocano. Vogliamo esprimere la vicinanza al Pontefice sui temi a cui lui tiene molto. Vogliamo affiancarlo nel cammino sinodale della Chiesa in Italia e lo slogan, A braccia aperte, vuole essere traduzione plastica di questo camminare insieme come comunità consapevole di dover procedere in maniera sinergica valorizzando le diversità e andando incontro a uomini e donne di questo tempo. L’enciclica Fratelli Tutti è la piattaforma di questo evento di Piazza con il Papa.”
Il prossimo 25 aprile saremo in Piazza San Pietro con papa Francesco e tantissimi dei soci e amici dell’Ac di ogni età, provenienti da diverse migliaia di parrocchie delle diocesi d’Italia.
Ci saremo perché l’Ac è forma concreta di un modo di pensare e di vivere la Chiesa. È quello che ci ha insegnato il Concilio Vaticano II e su cui insiste papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato: una Chiesa intesa come Popolo di Dio che cammina insieme; una Chiesa che sa che il compito di evangelizzare non spetta a qualcuno o a pochi, ma a tutto il Popolo di Dio.
Ci saremo perché l’Ac sa costruire, custodire e valorizzare legami buoni di vita fra le persone e per le persone. Accompagnandole e sostenendole nel loro camminare nella vita, nel mondo, dentro la Chiesa. Lo fa mettendo insieme sensibilità, punti di vista ed esperienze diverse. Per capire a fondo il proprio tempo, il proprio territorio, la vita delle persone che vivono accanto a noi. E cercare di comprendere insieme come tutto ciò ci interpella, ci chiama a fare scelte precise e trasparenti.
Ci saremo perché l’Ac è Chiesa sinodale per sua stessa natura. Perché è capace di divenire tessuto connettivo dentro la Chiesa e dentro la società. Specialmente quando sa essere amalgama, quando tiene insieme le persone, le fa discutere, le fa anche litigare se occorre, ma sempre camminando insieme.
Ci saremo perché l’Ac è profondamente radicata nelle Chiese locali. È con i piedi e le mani nelle diocesi e nelle parrocchie, nella Chiesa che vive là dove le persone vivono. Ma allo stesso tempo è capace di camminare con la testa alzata, con lo sguardo volto al cammino della Chiesa universale. Sa che essere associazione significa sapere che la mia Chiesa non finisce nel mio gruppo parrocchiale. Non finisce neppure nel mio paese, nella mia diocesi. La mia Chiesa ha un cammino universale, di cui siamo chiamati a sentirci parte e farci carico.
Ci saremo perché l’Ac, per la sua storia e la sua identità prettamente ecclesiale, sa di avere una peculiare responsabilità: tradurre concretamente l’Evangelii gaudium nella vita della Chiesa.
Per fare ciò sa di doversi fare carico della vita di tutta la Chiesa, non accontentandosi di essere una “minoranza profetica”, di “correre avanti”, mentre gran parte del corpo della Chiesa rimane con lo sguardo rivolto all’indietro.
Sa che essere Ac dà una responsabilità in più rispetto a tante altre realtà ecclesiali: farsi carico di portare la Chiesa, tutta la Chiesa, nella direzione indicata dal Vicario di Cristo. Essendo innanzitutto costruttori di comunione, fattori di fermento di comunità con i nostri vescovi, con i nostri sacerdoti, con le altre realtà ecclesiali.
Ci saremo perché l’Ac sa che la realtà è superiore all’idea. Sa che non siamo chiamati a servire la Chiesa come la vorremmo, o a essere educatori di ragazzi o di giovani come li vorremmo, o a relazionarci con parroci come li vorremmo, perché ciò che vorremmo di solito è qualcosa che disegniamo a nostra immagine e somiglianza. Siamo invece chiamati a farci carico della Chiesa così com’è, dei preti così come sono, dei laici così come sono, dei ragazzi così come sono. L’Ac sa che funziona bene se sa farsi carico della realtà così com’è, senza sognarne una diversa. Abbracciandola, piuttosto, fino in fondo e facendo crescere i semi di bene che sono posti al suo interno.
Ci saremo perché l’Ac è quel luogo dello Spirito. Dove ogni bambino, ogni ragazzo, ogni giovane o adulto sa che troverà sempre qualcuno pronto a mettersi in ascolto della sua vita. Sa che c’è qualcuno che è interessato alla sua vita, per quello che è, con le sue fatiche, le sue gioie, le attese di bene e la ricerca di senso, anche quando si è profondamente smarriti e non si è in grado di dare un nome a tale ricerca. Un luogo dove è possibile conoscere e sperimentare la bellezza di un’esperienza di fede, di vita, di cammino condiviso.
Altri 10 posti iscrizioni entro il 7 aprile 2024
Roma ci attende “a braccia aperte”, o meglio l’AC nazionale ci attende a Roma il 25/04/2024 “a braccia aperte”!
La nostra associazione diocesana, per la partecipazione a questo evento, ha organizzato la seguente proposta di viaggio:
24/04 partenza la mattina da Treviso in pullman, pranzo in autogrill e sosta pomeridiana al lago di Bolsena dove vivremo un momento di pellegrinaggio con altre diocesi del Triveneto, cena e pernotto in struttura
25/04 partenza la mattina presto con direzione Roma Piazza San Pietro per la partecipazione all’evento nazionale, pranzo cestino, qualche ora libera per visitare la città, cena e pernotto in struttura
26/04 partenza la mattina per il rientro con sosta ad Arezzo per visita libera alla città, pranzo cestino, rientro in serata.
Quota ADERENTI € 180,00
Quota NON ADERENTI € 190,00
(no camere singole)
Bonifico: IBAN IT72E0760112000000011926318
Intestato a: Azione Cattolica Italiana Diocesi di Treviso – Via A.G. Longhin 7 – 31100 Treviso
Causale: ordine nr.
Copia del bonifico va inviata al momento dell’iscrizione via mail a segreteria@actreviso.it solo così la segreteria provvederà a confermare l’iscrizione.
Il bonifico dovrà fare riferimento ad un unico nr. ordine.
Al seguente link per l’iscrizione cliccare qui
Per quanti desiderano raggiungere in autonomia la festa in piazza San Pietro, è possibile prenotare entro il 20 marzo, con successivo ritiro a Treviso in Segreteria AC, i pass al costo di euro 8 e i biglietti della metro a euro 1.50.
Eseguire il bonifico su IBAN IT72E0760112000000011926318
Intestato a: Azione Cattolica Italiana Diocesi di Treviso – Via A.G. Longhin 7 – 31100 Treviso
con causale “Roma 25 aprile – solo pass/biglietti”
Inviare copia bonifico e indicazione nr pass / biglietti richiesti a segreteriapresidenza@actreviso.it
Non vediamo l’ora di incontrarci tutti a Roma con Papa Francesco!
L’equipe diocesana Incontro Roma aprile 2024
Info: segreteriapresidenza@actreviso.it
Invito all’incontro con il Papa: 25 aprile 2024
Carissimi,
che programmi avete per il 25 aprile prossimo? Andare a Roma per il grande evento nazionale “A braccia aperte”?? Non avevo dubbi! Del resto un’occasione così non si può perdere!
Per tutta la mattinata, l’Azione cattolica italiana si troverà in piazza San Pietro per incontrare papa Francesco, per ascoltare la sua parola e fare festa insieme a lui.
Lì, insieme, avendo cura del “noi”, le diverse generazioni e le varie specificità territoriali dialogheranno in un clima di festa e di amicizia, facendo sentire ciascuno chiamato a partecipare in modo diretto.
Per riuscire ad organizzare l’evento (trasporti, alberghi, pass) abbiamo bisogno di voi! Cliccando sul link sottostante potete formalizzare una sorta di manifestazione.
E’ una occasione straordinaria, aperta a tutti, da condividere quindi, anche con amici e simpatizzanti (i soci AC con l’adesione attiva – sono coperti da assicurazione per responsabilità civile e infortunio mentre per i non soci provvederemo a richiedere l’assicurazione temporanea a fronte di una lieve maggiorazione del costo. Minorenni, solo se accompagnati da un maggiorenne)
Clicca qui per manifestare il tuo interesse!
https://forms.gle/3MAY22srGCT9XWtLA
Il tempo non è molto per decidere se esserci in Piazza San Pietro il 25/04, dovendo procedere con l’organizzazione. Termine di risposta al questionario 12/02/2024.
A partire da tale data definiremo la modalità per confermare l’iscrizione e provvedere al pagamento.
In un momento particolare, che si colloca tra le due Assemblee del Sinodo dei Vescovi, l’appuntamento è anche un’occasione per accompagnare il cammino sinodale della Chiesa italiana e della Chiesa universale. Attraverso questo Incontro nazionale, l’Ac dice il suo “sì” forte e convinto al cammino sinodale. Per maggiori informazioni scrivere a segreteriapresidenza@actreviso.it.
Confidiamo nella vostra collaborazione e partecipazione!
A prestissimo!
La Presidenza Diocesana