Infinita fiducia

Quaderni spirituali (1997-2010) di don Claudio Girardi

Un altro regalo, un prezioso regalo, di don Claudio Girardi, deceduto nel 2010 a soli 34 anni. Dopo le sue omelie, vivaci e profonde raccolte nel libro “Con gli occhi fissu su Gesù” (Editrice San Liberale 2013), ci viene posta tra le mani una raccolta di scritti tratti dai suoi “Quaderni spirituali” personali. Se le omelie ci hanno fatto conoscere ciò che egli diceva agli altri, questi scritti ci rivelano che cosa egli diceva a se stesso e a Dio. Ci è dato così di conoscere la sua straordinaria ricchezza spirituale. Questo seminarista e giovane prete, che voleva essere – come egli ripete nei suoi scritti – piccolo, nascosto, abbandonato, annientato, prete “inefficiente secondo il mondo”, ultimo («Signore, fammi ultimo… insegnami a credere realmente che il mio posto è l’ultimo»), ci lascia incantati e stupefatti di fronte alla profondità del suo mondo interiore. Una storia che, vista dalla parte di don Claudio, non è fatta solo di gioiose elevazioni spirituali, di momenti radiosi ed esaltanti; non racconta soltanto quanto Claudio fosse innamorato di Dio, quale sia stata la misura del suo amore a Gesù, quanto immenso sia stato il desiderio di donarsi senza nulla, ma proprio nulla, trattenere per sé («Questo amore mi fa vibrare come una corda di violino… mi fa gridare per l’incapacità di contenerlo»). Vi troviamo anche, in questa storia, i momenti di oscurità e il peso greve di un’“assenza” che faceva gemere, o la sofferta domanda se mai Dio lo chiamasse per strade diverse, più radicali: vi sono, insomma, anche le sue esperienze di “lotta con Dio” («Il mio Diletto tarda a farsi conoscere. Il mio Bene mi ferisce. Il mio Unico mi frantuma»). Ma alla fine ha sempre la meglio – per riprendere il titolo dato alla raccolta – la sua “fiducia infinita” in Dio («Dopo mesi… anni di tenebra, appiccicosa come catrame e sporca, mio Dio, un po’ di luce. Cammini che si aprono. Vita che respira. Cuore che batte. Dio solo. Dio solo. Dio solo. Solo Amore. Solo Amore. Solo Amore»).
Questi “Quaderni” ci dicono la vicenda di un credente e di un prete che ha preso Dio sul serio. Claudio non ha giocato né con Dio, né con se stesso, né con gli altri; ma si è giocato fino in fondo, cercando di costruire giorno dopo giorno, umilmente, tenacemente, una radicalità che si avvicinasse il più possibile alla radicalità di Dio in Cristo. Ha preso sul serio la risposta che la sua vita poteva, e perciò doveva, dare a Dio, il suo sì, il suo «Ecco, io vengo» (Eb 10,9).
Gianfranco Agostino Gardin
 + vescovo di Treviso